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LA LIBERTÀ DI CIRCOLAZIONE DELLE ATTRAZIONI NEL MERCATO EUROPEO By Enrico Fabbri
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PNR
28565 dated 15.10.2015
Pubblicato da
Enrico Fabbri
Fonte
Enrico Fabbri
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L’applicazione della norma europea EN-13814 senza il supporto della ‘Direttiva Macchine’ limita la libera circolazione delle attrazioni itineranti mettendo freni anche alla possibilità di investimento degli operatori.
 
LA LIBERTÀ DI CIRCOLAZIONE DELLE ATTRAZIONI NEL MERCATO EUROPEO
by Enrico Fabbri
 
Molti operatori di attrazioni itineranti sono interessati ad acquistare attrazioni spettacolari e di grandi dimensioni affrontando investimenti veramente importanti. In questi casi, il rientro economico è programmato considerando di utilizzare l’attrazione nelle piazze più importanti e redditizie che spesso non sono nella medesima nazione. A seconda delle nazioni interessate in questo programma, il costo e la fattibilità di quest’operazione potrebbero presentare diverse soprese ivi inclusi maggiori costi.

L’ipotetico cliente che desidera utilizzare l’attrazione di nuova costruzione – per esempio in Germania, Francia e Olanda – deve sostanzialmente sopportare i costi di certificazione in tutti gli stati triplicando quindi le spese e affrontando tre diverse ‘prime ispezioni’. Quindi possiamo dire che le attrazioni itineranti, anche se nuove di fabbrica, non sono libere di essere utilizzate in diverse nazioni come avviene invece per altre macchine o attrezzature industriali che conosciamo. Se poi quest’ipotetico cliente dopo qualche anno decidesse di utilizzare l’attrazione, per esempio, in Gran Bretagna, potrebbe non essere in grado di farlo specialmente se la norma EN-13814 di riferimento dovesse subire delle modifiche importanti.

Per non creare allarmismi, preciso subito che questi problemi sono al momento risolvibili specialmente se si utilizza un ente certificatore autorizzato in tutte queste nazioni, ma il punto che vorrei mettere in discussione è che gli operatori non dovrebbero avere, nel complesso, un problema di questo tipo. Il motivo del persistere di ‘barriere’ alla circolazione e all’utilizzo delle attrazioni itineranti in tutto il territorio dell’Unione Europea sta nel fatto che le attrazioni per il parco divertimento non rientrano nella cosiddetta ‘Direttiva Macchine’. Si tratta della direttiva che introduceva la marchiatura CE e stabiliva i requisiti minimi per la sicurezza e la libera commercializzazione delle ‘macchine’ fisse e mobili in Europa.

Questa direttiva esclude alcune categorie di prodotti, tipo treni, aerei e centrali nucleari, e, con sorpresa di tutti, anche le attrazioni per il divertimento. Ad oggi possiamo tranquillamente considerare questa esclusione uno svantaggio più che un vantaggio. Se questa direttiva fosse applicata alle attrazioni di nuova costruzione, il risultato sarebbe che un’attrazione certificata, per la prima volta, in qualsiasi stato europeo, sarebbe poi utilizzabile, senza ulteriori certificazioni, in qualsiasi altro stato; l’unico obbligo sarebbe quello di eseguire le ispezioni annuali. In questo caso le certificazioni dovrebbero essere eseguite solo da enti certificatori di prima importanza tipo Rina, Tüv e Veritas, e verrebbe certificata completamente solo la prima unità (prototipo); successivamente il costruttore non dovrebbe rifare completamente tutta la procedura per le altre unità identiche al prototipo già certificato. Indubbiamente questa liberalizzazione può allarmare i più conservatori (alcuni player del mercato potrebbero perdere il ‘potere’ derivante da alcune posizioni di mercato) ma sappiamo tutti che prima o poi questo succederà.

Ci sono costruttori italiani che stanno vendendo attrazioni in Cina, e in quella nazione la procedura di certificazione è del tutto simile a quella che dovrebbe esserci in Europa se alle attrazioni si applicasse la ‘Direttiva Macchine’. È quindi il caso di dire che la Cina è il modello che dobbiamo ‘copiare’.
 
 

 
Scritto da Enrico Fabbri enrico@fabbrirides.com
Articolo originariamente pubblicato nella rivista Games Industry (Italia)
Data originale: Ottobre 2015
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