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GLI OPERATORI DEL REGNO UNITO DOPO LA BREXIT By Enrico Fabbri
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PNR
26480 dated 15.06.2018
Pubblicato da
Enrico Fabbri
Fonte
Enrico Fabbri
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Si avvicina la data oltre la quale la Gran Bretagna non farà più parte dell’Unione Europea. Come cambierà la vita per i suoi operatori di attrazioni?
 
GLI OPERATORI DEL REGNO UNITO DOPO LA BREXIT
by Enrico Fabbri
 
Salvo accordi speciali ancora da sottoscrivere, tra poco meno di un anno, esattamente alle ore 23 del 29 marzo 2019, il Regno Unito sarà ufficialmente fuori dall’Unione Europea con pochi vantaggi e molti svantaggi per gli operatori locali di attrazioni. Vogliamo allora riflettere su questo e vedere nel dettaglio che cosa cambierà concretamente per loro in ambito professionale?
Partiamo da alcune considerazioni preliminari. Il Regno Unito è un mercato molto importante per le attrazioni per il divertimento, sia che si tratti di quelle installate in parchi fissi che di quelle in luna park itineranti. Le fiere sono molto sentite dalla popolazione e quindi frequentate anche nei giorni di maltempo. Storicamente la Gran Bretagna era ricca di costruttori; a partire dagli anni ’90, però, questi sono progressivamente diminuiti e ora si contano sulle dita di una mano. Conseguentemente, quasi tutte le attrazioni attualmente in funzione in Gran Bretagna sono state costruite in Italia ed Olanda.

Gli operatori del Regno Unito sono sempre stati molto temerari nell’affrontare viaggi e trasferte di mesi per portare a lavorare le loro attrazioni all’estero. I primi ad operare professionalmente a Dubai, intorno al 1996/1998, a grandi eventi locali come il Dubai Global Shopping Festival nato proprio in quegli anni, sono stati appunto degli inglesi. Lo stesso può dirsi per molti eventi e fiere di Hong Kong. Gli operatori del Regno Unito rappresentano quindi un pezzo di storia importante per tutti noi.

Il primo cambiamento che scatterà il giorno dopo l’entrata in vigore della Brexit sarà legato alle pratiche doganali per l’acquisto delle attrazioni. In poche parole, l’operatore britannico non potrà più, una volta comprata una giostra all’estero, semplicemente agganciarla e portarla a casa perché dovrà fermarsi in dogana e presentare tutti i documenti di importazione come fattura e libretto di circolazione. Queste pratiche doganali non sono sempre così semplici e molte volte necessitano che ci si appoggi ad appositi uffici o agenzie di servizi. Inoltre, va tenuto conto che gli uffici doganali non sono aperti né di notte né nei fine settimana.

Lo stesso problema si porrà anche se un operatore del Regno Unito dovesse decidere di portare la sua giostra a una fiera europea. Le importazioni temporanee non saranno sempre possibili, ragion per cui egli dovrà aprire una sua società in Europa e fare una vendita temporanea a questa seconda società per poter utilizzare l’attrazione in Europa. Ed è chiaro che sul valore doganale di importazione ci sarà da versare l’IVA che poi, come ora, sarà sempre difficile da recuperare.

Le cose si faranno ancor più complicate nel caso in cui un operatore del Regno Unito decidesse di affittare un’attrazione ad un college europeo. Non sarà sufficiente emettere una fattura di noleggio, ma si dovranno verificare gli accordi bilaterali tra la Gran Bretagna e quella specifica nazione europea e probabilmente saranno da pagare in Europa le tasse sugli utili qui generati.

Con la Brexit verrà meno la libera circolazione dei beni; quindi per gli operatori del Regno Unito portare l’attrazione da/in e per l’Europa sarà del tutto simile a portare o prendere l’attrazione da/in e per una nazione non europea come per esempio Marocco o Algeria.
Anche sotto il profilo delle norme tecniche le cose potrebbero cambiare. Infatti il Regno Unito potrebbe decidere di voler adottare delle norme diverse e in questo caso gli operatori del Regno Unito potrebbero dover pagare un extra per adattare i progetti dei costruttori a quelle norme diverse.

Ma i cambiamenti più importanti li vivranno le grosse società di operatori del Regno Unito che avevano in animo di fare investimenti nelle altre nazioni europee. Moltissimi dei loro progetti si faranno più costosi, se non proibitivi. Infatti i cittadini del Regno Unito non avranno più il diritto automatico e garantito di prendere casa e fare affari in ogni stato europeo; non potranno godere esattamente dei medesimi diritti degli altri operatori europei loro concorrenti. È triste dirlo, ma in Europa si troveranno ad essere, rispetto agli europei, soggetti ed operatori ‘di serie B’. Ripeto: mi addolora dirlo, perché stimo molto gli operatori britannici per la loro inventiva e capacità di superare gli ostacoli, e da loro ho imparato molto, ma questo è quello che accadrà. È un vero peccato, e tutta l’industria dell’entertainment europea si ritroverà un po’ orfana e meno ricca.
 
 

 
Scritto da Enrico Fabbri enrico@fabbrirides.com
Articolo originariamente pubblicato nella rivista Games Industry (Italia)
Data originale: Giugno 2018
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